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‘altrove’ il documentario

Il documentario è il racconto di ciò che accade. Abbraccia la complessità della vita, si concentra su una sfumatura e prova a raccontarla.
DAVICINO™ per circa un anno ha contribuito alla genesi di una formazione per operatorɜ sociali diversa: affidata a uno spettacolo teatrale, che raccontasse lɜ adolescenti aɜ adultɜ; e al documentario di questo viaggio, come ulteriore dispositivo pedagogico.

Uno sguardo più ampio sul rapporto fra operatorɜ e adolescenti

Il Servizio Dipendenze (SERD) di Asst Cremona desiderava superare il rischio di cristallizzazione nella relazione fra operatorɜ e adolescenti e ha scelto di farlo rivolgendosi allo sguardo del teatro e del documentario.
Compagnia dei Piccoli ha svolto un lungo lavoro di ricerca, su libri, riviste di settore e in dialogo diretto con operatorɜ e adolescenti, per arrivare a scegliere di rappresentare i sentimenti, come linguaggio universale, pertanto in grado di avvicinare adolescenti e adultɜ.

Dalla ricerca allo spettacolo, senza copione

L’esito atteso dal lavoro interdisciplinare era un percorso formativo per operatorɜ che si occupano di adolescenza e più in generale per ciascun adultə che si relazioni con chi attraversa questa fase della vita.

Raccontare lɜ adolescenti aɜ adultɜ attraverso lo sguardo del teatro e del documentario.

Compagnia dei Piccoli nei mesi di ricerca e, in seguito, nell’azione teatrale ha deciso di restituire corpo aɜ adolescenti avvicinandolɜ, guardando dentro una categorizzazione per estrapolare emozioni universali.

Nulla era scritto, non c’era copione e ci è stato necessario osservare ogni dettaglio, registrare ogni suono per cogliere direzioni ancora poco definite ma promettenti. Siamo rimastɜ apertɜ ogni giorno alla possibilità di stupirci e di crescere insieme ad attorɜ e registɜ.
Lo spettacolo è maturato gradualmente. Il documentario pure.
La strumentazione, al pari del lavoro, doveva essere fluida: gimbal e non cavalletto fisso, ad esempio.

Un documentario è fatto anche di interviste

Poi è arrivato il tempo delle interviste alla Compagnia.
La postura che abbiamo scelto è stata esito di tutti i mesi precedenti, fatti anche di una fiducia lentamente conquistata nei rapporti interpersonali.
Domande ampie o più puntuali, che davano conto all’intervistatə della propria presenza e del proprio ruolo, ma talvolta semplice canovaccio per intessere altri discorsi e lasciarsi stupire.
La ricerca qualitativa frutto dell’indagine di campo antropologica ha guidato il nostro stare sul limitare della scena, sempre.

Riavvolgere il nastro

Dopo le riprese audio e video arriva sempre il momento invisibile.
È il tempo della sedimentazione, talvolta della riscrittura, in cui si verificano i presupposti di partenza, si confermano oppure si cambia direzione.

Il montaggio è un momento di bilancio.

È una fase in cui va esercitata la capacità di scelta, non fine a se stessa, ma dove la stella polare deve essere l’obiettivo del racconto.
Qui, ancor più che in altri contesti, ci è stato richiesto un lavoro che potesse restare, per continuare ad interrogare le relazioni fra adulti e adolescentɜ e agire un cambiamento di prospettiva; una messa in discussione, che introducesse nuove domande.

Affiancarsi, non sostituire

Siamo arrivatɜ alla creazione di un contenuto che potesse riportare agli stimoli dello spettacolo ed approfondirli, aprendo un focus sulle domande di partenza e sul tentativo di trovare una risposta in scena.
Un documentario che raccontasse senza svelare l’azione sul palcoscenico e che indagasse le questioni rimaste aperte, a partire dallo spettacolo.

Il progetto è stato finanziato da Meraki scs all’interno del Bando Giovani SMART di Regione Lombardia e da Confcooperative Cremona.
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