Un’etichetta racconta
Incontrare due giovani imprenditorɜ agricolɜ, Angela e Francesco. Capire che dietro c’è un progetto grande. Lavorare nel piccolo, alle loro necessità dell’oggi: portare i primi due vini in fiera, e per ogni vino un’etichetta.
Una storia semplice
Due giovanɜ imprenditorɜ contattano DAVICINO™ per un’etichetta, anzi due.
Angela e Francesco nel 2016 spostano il loro sguardo oltre i confini della città di Napoli -che lɜ ha accoltɜ durante gli anni della formazione- in cerca della terra.
Vivere nel Sannio beneventano lɜ fa sentire inizialmente spaesatɜ, tutto è nuovo e devono trovare la propria dimensione. La riconoscono nelle attività tradizionali del luogo, nel lavoro in vigna e nell’uliveto. Insieme studiano e scoprono la permacultura, il lavoro profondo di rigenerazione sotto il terreno, senza aggressioni e imposizioni chimiche sulla superficie. Ci vuole pazienza, ci vuole di saper aspettare.
Nel frattempo Francesco si diploma somelier.
Accettano quello che la campagna circostante offre loro e trovano il proprio significato nella storia degli impianti già esistenti.
Da lì è un presente di cura e crescita, che punta a vini di eccellenza, oltre i disciplinari. È lavoro quotidiano per rendere sostenibile il progetto.
Sentire l’essenza. Il vino in un’etichetta
L’occasione di andare in fiera si realizza per marzo 2024. La prima volta che Angela e Francesco hanno necessità di avere un’immagine.
Decidono di uscire come “Cantina Battaglia“, con un occhio al futuro e all’eredità da lasciare alla figlia e si occupano personalmente del proprio logo e più in generale della propria identità visiva.
Ci vuole però un’etichetta, anzi due, per i primi due vini dell’azienda. DAVICINO™ accetta di accompagnarlɜ.
Partiamo come sempre da un ascolto profondo, attivo, con domande riformulate per portare in luce il valore che si intravede in superficie.
Creiamo una situazione che somiglia ad una chiacchierata informale, per condurre un’intervista antropologica fatta di quesiti dinamici, in continua relazione con lɜ protagonistɜ.
L’obiettivo è avere un ritratto il più possibile vicino alla loro visione e ai loro desideri, per provare a disegnare risultati soddisfacenti e memorabili.
Design grafico e design verbale
La soddisfazione del desiderio fondamentale ha richiesto non solo un lavoro di design grafico, ma anche verbale: un lavoro di naming per ciascuna etichetta.
Una necessità che ci ha appassionato e permesso di mettere in gioco molte più competenze, con un dettagliato lavoro di ricerca storico-antropologica sul territorio di riferimento, oltre alle ricerche e analisi di mercato e visive che abitualmente svolgiamo.
Un esito emozionante
Dai racconti, dalle suggestioni, da tutto quanto abbiamo raccolto nel tempo di ricerca, dallo studio della scelta del nome di prodotto sono nati “Tríbúm” e “Comenei”.
TRÍBÚM (casa, in lingua osca) per il rosso.
È il nome per una camminata nell’erba bagnata, a sentire i profumi della terra e del bosco profondo. Tutto in un assaggio rubino limpido ed intenso. Dalla casa, per la casa.
Tríbúm è un viaggio a casa di Angela e Francesco.
I colori e i tratti scelti per l’etichetta richiamano la terra, il fuoco e il bosco inoltrato, dove luce e ombra si toccano.
COMENEI (all’incontro, in lingua osca) per il bianco.
È il nome per un brindisi osco all’incontro di Falanghina e Trebbiano. Origini greche ed etrusche si incrociano in terra sannita.
Ne nasce un vino “galbus”, giallo oro dal luminìo verde.
Comenei accompagna alla festa, alla freschezza dello stare insieme sullo sfondo di una campagna morbida, che abbraccia.
I colori e i segni in etichetta liberano l’anima in un volo verso l’alto, leggero e pieno, gioioso.
L’intensità con cui abbiamo lavorato, l’impegno e la totale immersione nel loro mondo, ci ha emozionato e l’esito ha risuonato in Angela e Francesco, emozionandoli a loro volta. Per noi la soddisfazione più grande.
Come sempre abbiamo curato anche i rapporti con i centri stampa scelti dall’azienda, offrendo un servizio di consulenza a 360°.