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La grammatica della fotografia

In un mondo popolato di immagini, l’importanza di acquisire gli strumenti per decodificare un messaggio visuale e arricchire il nostro linguaggio. A partire dalla fotografia. Qualunque sia la nostra condizione di partenza.

Un nuovo laboratorio di fotografia

Per il secondo anno il Centro Giona di Cooperativa Nazareth ci ha chiamatɜ a progettare e condurre un laboratorio di fotografia.
Con nuovɜ partecipanti, nello specifico giovani migranti, Minori Stranieri Non Accompagnati provenienti, come spesso accade, da contesti di guerra e povertà.
Di loro sapevamo soltanto che sarebbero stati tutti maschi, con diversi livelli di padronanza della lingua italiana, tutti orientati a completare nel più breve tempo possibile gli studi richiesti e a trovare lavoro. Nessun altro desiderio.

Cosa vedi?

Rispondere a questa domanda, in fotografia equivale ad esprimere un desiderio, una volontà immaginativa.
Il lavoro per arrivare a una risposta è educazione allo sguardo.
Il percorso che abbiamo costruito ha fornito riferimenti, stimoli, punti su una mappa dai quali partire per osservare il mondo, senza rigidità né giudizio, ma con l’intento di potenziare conoscenza e orientamento in un contesto nuovo e perlopiù sconosciuto ai partecipanti.

Imparare a guardare

Siamo partitɜ dalle immagini come strumento per raccontare la realtà.
Ad ogni incontro abbiamo costruito e ampliato il repertorio e subito dopo siamo uscitɜ per strada, a sperimentare in presa diretta. Ciascuno alla ricerca del proprio personalissimo sguardo, ciascuno in contatto con la propria storia.

Ogni fotografia una scelta

Una volta a settimana per due mesi, la fotografia ha esercitato il loro senso critico, la capacità di selezionare cosa raccontare della realtà e come farlo, supportandoli con le regole base della composizione e conducendoli alla creazione di un alfabeto iconico, assolutamente in grado di esprimere il mondo circostante e di esaltarne i collegamenti.

Prendere posizione

A partire dagli ingredienti di base, in ciascuna occasione i partecipanti hanno deciso se giustapporre o mescolare.
Hanno compreso l’importanza di posizionarsi, con l’occhio e con il cuore, scegliendo dove stare per realizzare quel preciso scatto, scegliendo se avvicinarsi ai soggetti.

Insieme

Sono stati, un incontro dopo l’altro, più coraggiosi nella relazione con il mondo, più uniti come gruppo, decidendo assieme quale racconto realizzare, con un intento collettivo.

Dal racconto alla mostra

Ogni laboratorio genera crescita. Da ogni azione genuinamente pedagogica scaturisce cambiamento.
Così, nel fluire quotidiano, è possibile fissare -per poco e su carta fotografica- gli esiti di questa trasformazione.
Per questo abbiamo valutato con lɜ educatorɜ l’importanza che il laboratorio terminasse con una mostra, come occasione per ciascuno di ri-vedere e ri-vedersi a distanza di qualche mese e poter condividere con la comunità il proprio sguardo.

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